sabato 31 agosto 2013

OZII FERRARESI

Scendendo dal Monte Titano per dirigerci verso l'Italia e Ferrara nostra prossima tappa, ci fermiamo a mangiare al Ristorante Ama Mapu, coopeerativa olistica che, unica a San Marino, propone cucina vegana. http://www.amamapu.org
E' un posto molto bello gestito da ragazze che, oltre la cucina veg molto buona, propongono corsi, massaggi olistici, meditazioni più o meno trascendentali, danze tribali, cosmetici, saponi, olii essenziali prodotti da loro e assolutamente cruelty free.
Uscendo dalla repubblica il moto-triciclista dice con fare sprezzante:" oggi ci facciamo l'Emilia!"
Io mi preoccupo e penso subito a qualche convegno amoroso più o meno clandestino con una signora di nome Emilia, ma vengo subito rassicurata dal seguito del ragionamento che si conclude infatti:" ci siamo fatti tutte le consolari, ci manca solo lei!"
Effettivamente dall' Aurelia all'Emilia passando per Pontina, Salaria, Ardeatina, Casilina, Cassia, Flaminia ecc. ecc.ce la siamo passate quasi tutte.
Ad un certo punto all' urlo di "Alea iacta est" varchiamo il Rubicone, invero in senso contrario rispetto a Cesare, ma tant'è, l'essere parte del paesaggio che si attraversa è una prerogativa del viaggiare in moto, particolarmente con i ritmi del nostro viaggio e con lo spirito che ci muove.
La strada verso Cesena è dritta e trafficata poi nei pressi della città incrociamo la E45 che ritorna verso Roma e la voglia di deviare è tanta.
Ma nulla, resistiamo e puntiamo verso Ravenna che passiamo a lato e poi sull'Adriatica verso Argenta e poi Ferrara.
La città degli Este mantiene inalterato il suo splendore che l'ha portata ad essere uno dei centri culturali del Rinascimento.
E l'atmosfera di bello e di cultura si assapora ancora oggi tra i suoi palazzi e le sue vie percorse da miriadi di biciclette spesso guidate allegramente da belle signore che incuranti dei pedoni e soprattutto dei cani sfrecciano schivandoci con maestria e con un bel sorriso.
Ci sistemiamo all' Hotel Europa, il più antico del ferrarese, sito in un antico palazzo signorile nel cuore della città, dove ha soggiornato tra gli altri anche Giuseppe Verdi.
In questi giorni a Ferrara c'è il Ferrara Buskers Festival http://www.ferrarabuskers.com così decidiamo di fermarci qui un po' di più oltre alle visite che faremo al gattile e al canile.
Anche perchè il povero Ronzinante ha bisogno di riposo e di qualche cura, infatti è arrivato un po' boffonchiante.
Domani visita all' Associazione ACODALTA che si occupa di gattacci e poi al canile loro dirimpettaio.

"Vie.
Ci si trascina di notte per le vie e si parla tra sé.
Il dialogo alligna di giorno e risuona dei suoi traffici ignobili.
Di notte si monologa.
Come dei re.
Manlio Sgalambro."













giovedì 29 agosto 2013

Сан Марино

San Marino, antica terra della libertà, la più antica repubblica del mondo, né col Papa né con l'Imperatore,
è sempre affascinante nelle architetture, ma deludente per il numero e la qualità dei visitatori.
Rumorosi, zozzi e inzozzanti, passeggiano per le vie lastricate della città gridando allo Smartphone
d'ordinanza quanto conveniente sia questa borsa o quel profumo o altre inutilità utilissime per giustificare la loro vita meschina.

Ogni ristorante, bar, tavola calda, ha i listini e i menù prima in cirillico e poi nelle altre lingue.
Nulla contro i due fratelli Cirillo & Metodio inventori dell' alfabeto glagolitico,che ai loro tempi sono stati importanti evangelizzatori delle terre slave, ma abbiamo già visto negli anni questo servilismo senza dignità nei confronti di chiunque portasse soldi, dai tedeschi nella riviera adriatica agli inglesi nel Chiantishire.
Quindi scappiamo dal centro di San Marino, che piace al turista ma infastidisce il viaggiatore, dirigendoci verso il Castello di Faetano, sede del Rifugio APAS. http://www.apasrsm.org
L'accoglienza è strepitosa: applausi, saluti, baci, carezze a me, e poi la stampa, delle buone pappe, tante foto e innumerevoli coccole.
L'uomo è giustamente orgoglioso: il viaggio sta volgendo al termine e ora si cominciano a vedere i frutti del viaggio e del tam tam mediatico che ha suscitato l'impresa di un uomo e un cane in giro per l'Italia in sidecar.
Il Rifugio APAS nasce per volontà di alcune persone che, in un territorio come quello sammarinese quindi non facile, diffondono un messaggio di coscienza dell'ingiustizia dello sfruttamento degli animali, promuovendo stili di vita senza crudeltà, il recupero e la salvaguardia di cani e gatti abbandonati o tolti da situazioni di violenza e sfruttamento.
Inizialmente hanno avuto molte difficoltà, sia logistiche che di collaborazione da parte delle istituzioni, sono poi riusciti negli anni ( 27 ) a creare un rifugio bellissimo e ad instillare tra i cittadini e il governo della repubblica quell'attenzione nei confronti degli animali che prima non esisteva. 
Leggi che permettono agli animali di entrare nei locali pubblici, l'abolizione della vivisezione su tutto il territorio della repubblica, diffusione nelle scuole di un progetto per imparare a rapportarsi con gli animali, campagne per la sterilizzazione ecc. 
Tutto ciò grazie al loro lavoro!
Ora il Rifugio è molto bello e accogliente, c'è la zona della quarantena, quella adibita a pensione,l'infermeria e, separata dal resto, la baita dei mici, il gattile, dove per onor di cronaca vivono anche dei grassi conigli che per loro fortuna non finiranno in pentola.
Un'esperienza molto emozionante, uno tra i rifugi più belli del nostro viaggio.
Grazie a Emanuela, Alberto, Monica, Nadia, Eva, Fulvia ,Silvia, Barbara e tutti quelli che abbiamo conosciuto Al Rifugio APAS di San Marino!

"Siamo soli, assolutamente soli su questo pianeta fortuito; e fra tutte le forme di vita che ci circondano non una, tranne il cane, ha stretto alleanza con noi.
Maurice Maeterlinck"

martedì 27 agosto 2013

LA CASA SICURA

Lasciamo le terre di San Francesco per dirigerci verso quelle di un altro santo, Marino,che prima di morire disse ai suoi: "relinquo vos liberos ab utroque homine" (vi lascio liberi da ambedue gli uomini), intendendo l'Imperatore e il Papa.
In effetti arrivando nelle più antica repubblica del mondo dalla bellissima strada dei colli che viene da Urbino, ci accoglie un cartello recante la scritta: "Benvenuti nella antica terra della libertà".
Noi però siamo qui per la libertà di chi libero non è, cioè i miei fratelli animali, vessati, uccisi, torturati, mangiati e abbandonati dall'uomo.
E allora deviamo verso Montescudo, che è su un colle di fronte a San Marino ma in territorio italiano.
Ezio e Betty ci aspettano con i loro ottanta cani e due asini al Rifugio di Ulmino.
http://www.ulmino.it/home.php
Questo luogo è il mondo di due persone che hanno deciso di dedicare la loro vita agli animali ultimi.
Quelli che nessuno prende perchè vecchi, malati, che dopo aver vissuto una vita in canile qui trovano la libertà e l'amore che non hanno avuto mai.
Questo è il loro rifugio, anche questa è una "casa sicura", dove nessuno farà più loro violenza e dove non saranno mai traditi.
Entriamo nel vastissimo terreno del rifugio e Ezio mi fa socializzare con la femmina capobranco, perchè qui si vive in branco e tutti aiutano tutti, dopodichè mi unisco all'orda abbaiante e cominciamo a galoppare mentre l'uomo filma, chiacchiera e fuma il toscanello.
Betty, che è la morosa di Ezio, ma vive a Rieti con una quindicina di cani, fa la spola tra il Lazio e qui perchè come dicono i vecchi " dove l'amore c'è, la gamba tira il piè".
E' lei che ci accompagna nella zona del rifugio dove vivono le cagnoline handicappate.
Sono dei cani che sono stati travolti dalle auto e non soccorsi o, soccorsi male e ora non possono muovere le zampe posteriori,  ma ci sono dei carrellini che sostituiscono le zampette rotte e così anche loro corrono all'impazzata.
I cani di Ulmino non sono adottabili se non a distanza.
Qui sono al sicuro!
Grazie Ezio, grazie Betty, il mondo è migliore sapendo che ci siete!

"Chi non ha tenuto con se un cane, non sa cosa sia amare ed essere amato.
Mariano Josè de Larra"



IKUVIUM

C'è un barbiere a Gubbio come non ce ne sono più.
Arredamento anni sessanta, solo uomini e poche chiacchiere.
Finalmente il prode biker ha trovato il  posto dove tagliarsi i capelli con quei riti ormai sconosciuti che hanno fatto la letteratura delle botteghe di barbiere.
Del resto per lui, ma anche per me, Gubbio è familiare.
Nell'ultimo anno ci saremo venuti almeno tre o quattro volte e per i motivi più disparati, nessuno dei quali valido, se non il piacere di frequentare questi luoghi.
Comunque una volta sistematici in albergo contattiamo le signore dell' ENPA di Gubbio ed organizziamo la visita al rifugio che però non gestiscono loro direttamente ,ma la comunità montana dell' Alto Chiascio.
Il rifugio è decoroso, in mezzo al verde e la zona dedicata a rifugio è molto confortevole, mentre quella del canile sanitario è un po' più bruttina e vecchia.
I cani, per quel che ci è stato consentito vedere, stanno bene e sono curati.
Certo, la gestione ASL-Comunità Montana non permette visite pseudo giornalistiche come la nostra, comunque grazie alle volontarie dell' ENPA riusciamo a fare delle riprese (un po' pirata).
Poi visitiamo l'area in cui sorgerà il gattile, molto bella, in mezzo al verde dove i micini potranno correre sereni.
Speriamo che le pastoie burocratiche tipicamente italiane non blocchino questa bella iniziativa e il lavoro di queste agguerrite volontarie.
Prima di rientrare ci fermiamo alla sede della TV locale per un'intervista e nel pomeriggio  invece intervista con il Corriere dell' Umbria in albergo, come le rockstar!

" In paradiso si entra per favoritismo.
Se si entrasse per merito, tu resteresti fuori ed il tuo cane entrerebbe al posto tuo.
Mark Twain"






sabato 24 agosto 2013

L'OMBELICO DEL MONDO

Da L'Aquila per andare in Umbria, nostra prossima meta, ci sono tre alternative:
-andare verso la costa adriatica ed imboccare l'autostrada fino a Fano e poi la Flaminia fino a Gubbio.
-prendere la strada che tiene il Gran Sasso sulla destra e per Amatrice, Norcia, Spoleto avvicinarsi a Gualdo e quindi Gubbio.
-andare per Antrodoco, Leonessa,  Cascia , la Valle della Nera e quindi come sopra.
La prima ipotesi non viene neanche presa in considerazione.
La seconda risulta banale e quindi la terza?
Eh no!
Troppo semplice.
Andiamo si fino ad Antrodoco, borghetto meraviglioso a cui si arriva per una strada bellissima, ma poi scendiamo fino a Rieti al di la di qualsiasi logica.
Il motivo di tale scelta l'uomo lo spiega dicendo: "è il centro d'Italia, il centro perfetto."
Effettivamente arrivando a Rieti un cartello ci accoglie dichiarando orgogliosamente la centralità di  tale plaga.
Saliamo verso il Mons Tetricus degli antichi Romani, il Terminillo, cantando "L'ombelico del mondo".
Strada bellissima in mezzo a faggete e castagneti via via diradantisi man mano che l'altitudine aumenta.
Il side procede inesorabile, pennellando tornanti su tornanti fino a Leonessa, da cui cominciamo a scendere in direzione di Cascia, quella di Santa Rita.
Siamo in Umbria e qua i santi si sprecano: S.Rita da Cascia, San Benedetto da Norcia, San Francesco d'Assisi. Mancano solo Remigio da Varagine e Adso da Melk e abbiamo fatto "Il nome della rosa".
Percorriamo la valle della Nera verso Spoleto e poi in mezzo ad un fortissimo vento, la strada che arriva a Gualdo Tadino.
Da li al libero comune di Gubbio la via è breve e finalmente la sagoma famigliare del monte Ingino ci annuncia che siamo arrivati.

"E' il viaggiatore solitario quello che va più lontano.
Louis Ferdinand Céline"






venerdì 23 agosto 2013

ALICE & ELLEN

Alice e Ellen sono due cagnone simil lupo che stazionano davanti al Rifugio della Lega del Cane a Paganica (AQ), loc. Bazzano.
Sono ovviamente gemelle, come il loro nome fa supporre, e sebbene dodicenni tengono sotto controllo con discrezione ma con risolutezza chiunque si avvicini al loro territorio-rifugio.
Si tratta di cani che, come spesso abbiamo visto nel nostro peregrinare tra i rifugi, raggiungono quello status di residenti di lunga permanenza che gli permette di non stare nei box come gli altri ospiti.
Di umano ci accoglie la signora Caterina, energica meneghina trapiantata in Abruzzo.
Ci accoglie assieme a delle volontarie, a dir del vero c'è anche un signore, Franco mi pare, portandoci a visitare il rifugio.
E' un bel rifugio, ben tenuto, i cani hanno molto spazio per muoversi e sono in pochi per ogni box.
Non c'è il cemento per terra ma erba e molti alberi ombreggiano le cucce.
La particolarità di questo luogo è che i cani ospiti sono tutti di taglia medio-grande, sotto i venticinque chili non ce n'è.
Il motivo che anche qui, come in Lazio, Sardegna e Toscana, i cani non sono abbandonati da chi va in vacanza,ma da pastori e cacciatori.
Immaginate che cagnoni nascono dall' incrocio tra un maremmano-abruzzese e uno spinone o un bracco.
Cani bellissimi, forti e rustici, ma non proprio tascabili.
I rapporti con le istituzioni sono buoni, terremoto permettendo, ma l'unico modo per fermare questa spirale di sofferenza è la sterilizzazione dei cani.
Purtroppo anche qui, come in tante parti del nostro paese, questa pratica è malvista.
Caterina e i volontari non mollano però.
Fanno campagne informative, organizzano adozioni mirate e stracontrollate e soprattutto cercano di educare le nuove generazioni al rispetto dei viventi.
Come dice Caterina "bisogna prenderli quando sono piccoli".
Ed ha ragione. Solo se sapremo insegnare alle nuove generazioni a comportarsi in maniera diversa da come siamo stati educati noi potremo salvarci e salvare anche la vita a tanti miei fratelli.
Alla fine foto di rito con la stampa locale, intervista e un mare di coccole per me!

"Mostrami il tuo cane e ti dirò chi sei
Riccardo Bacchelli"











giovedì 22 agosto 2013

AHI SERVA ITALIA

"Ahi serva Italia,di dolore ostello,
nave sanza nocchiero in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello."
Settecento anni ci separano da quando il Sommo Dante scrisse questi versi del VI canto del Purgatorio.
Vagando per la zona rossa de L'Aquila si ha la percezione che le "virtù" italiche siano sedimentate nei secoli dei secoli e così sia.
Certo questa città ha fatto suo malgrado da palcoscenico a tutti quelli che si sono riempiti la bocca con parole come ricostruzione, solidarietà, non vi lasceremo soli, new town, G8 e merda varia.
E  loro, gli aquilani, gente fiera, taciturna e diffidente come tutte le genti di montagna, non si son curati di loro ma li hanno guardati e quando il circo televisvo-elettorale ha tolto le tende si sono rimboccati le maniche ed hanno cominciato a fare.
Ci addentriamo tra le case puntellate e quelle sventrate, due vie più in là stanno effettuando una demolizione di un palazzo,ma dove non si lavora il silenzio è spettrale.
Si sentono solo i passi dell'umano che riprende con la camera le ferite di questa città bellissima.
Ad un certo punto veniamo fermati da una pattuglia di militari che ci chiedono spiegazioni sul fatto che circolavamo in una zona interdetta al pubblico e qui l'uomo riesce a dare sfogo alle sue arti oratorie, accompagnate da un sorriso beffardo e lo sguardo di chi è stato all' inferno ed è ritornato.
Sarà per questo e un po' per fortuna che alla frase "siamo in missione per conto di Dio" la tensione si stempera in un sorriso e gentilmente ma fermamente ci invitano ad uscire dalla zona proibita.
Mi confesserà dopo che quando io non ero ancora nata, aveva già tentato di entrare in una zona rossa, ma era a Genova e quella volta c'era scappato il morto.
Certamente significativo di quello che abbiamo visto è una frase scritta sui muri sbrecciati di questa città ferita: "se un sogno incontra così tanti ostacoli, significa che è il sogno giusto".

"Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso."
F.De Andrè.






martedì 20 agosto 2013

RAMINGHI NELLA MARSICA

Direzione Abruzzo, l'incommensurabile nonchè insormontabile Ronzinante ci porta con gagliarda fierezza arrampicandosi baldo tra i colli laziali e i monti abruzzesi poi.
Il tempo è incerto e io ho il sacro terrore del temporale e dei fulmini,ma l'uomo, con fare ribaldo, sprona il destriero d'acciaio sui sentieri della Marsica.
Sappiamo che non ama le autostrade, neanche le regionali e le statali, sbuffa un po' sulle provinciali e ritrova il sorriso solo sulle intercomunali.
Ma la vera gioia è quando molla la via asfaltata per imboccare sentieri sterrati e petrosi.
Così, incurante delle nere nubi che si addensano sulle cime, si alza sulle pedane con fare motocrossistico e, sculettando come una peripatetica, spinge Ronzinante sugli sterrati d'Abruzzo.
Il side dal canto suo risponde vigoroso e lanciando sassi dietro di se attraversa pascoli e guada ruscelli come se fosse di nuovo tra i paesaggi della natia Kamçatka .
In breve tempo guadagniamo una cima (tempestosa) dove facciamo tappa prima di ridiscendere.
Qui dimorano i miei fratelli che con l'uomo non hanno mai avuto buoni rapporti, tanto che erano quasi estinti, ma ora stanno tornando.
Chissà se anche loro hanno paura del temporale? Di sicuro non lo amano! E' effettivamente un pericolo per chi vive allo scoperto.
Comincia a piovere che siamo sul fondovalle, prima poco, poi un diluvio e così, bagnati, ma non domi arriviamo a L'Aquila che ormai fa buio.

"Solo la montagna,
la gola,il passo e il torrente
possono accedere al pantheon del viaggio,
indubbiamente nella misura in cui
sembrano sorreggere una morale
dello sforzo e della solitudine.
Roland Barthes"







IL GIARDINO DI VICTOR

C'è una casetta con un giardino tra le verdi colline del Lazio.
In quel giardino c'è Victor che è un bimbo speciale.
Vive in questa casa che non vi dirò MAI dov'è con la sua mamma Bethania.
Non lo dirò perchè questa è una "casa sicura", un luogo protetto per lui, per la sua specialità e per la specialità dei cani che dimorano qui.
Questa è la Casa Famiglia del Progetto Quasi (http://progettoquasi.it/index.htm) e non è un luogo visitabile se non accordandosi con Betha.
La Casa Famiglia nasce nel 2011 per coniugare le esigenze di più realtà.
Trovare collocazione ai cani in attesa di adozione, senza fretta,anche loro sono speciali, e dare un aiuto a una mamma di un bimbo disabile che all'epoca era in condizioni di disagio economico.
Così, dall' incontro fra Fabiana Rosa, presidente dell' Associazione Progetto Quasi e terapista per bambini, ha preso forma l'idea di costruire un luogo familiare dove accogliere e curare i cani e di dare modo alla mamma e al bimbo di poter vivere una vita più serena.
Il Progetto Quasi invece prende il nome dalla cagnolina Quasi, una cagnolina nata con una grave malformazione genetica rarissima, una sindrome che prende il nome di "Sindrome del cane babbuino a spina corta".
Il risultato della sindrome è che ha una scogliosi gravissima, con due gobbe, il bacino storto, le zampe davanti più corte di quelle dietro e quella posteriore destra più corta della sinistra.
Le sue vertebre cervicali sono fuse e quindi non può muovere il collo in nessuna direzione.
Non ha la coda e ha anche i piedi piatti.
Non la voleva nessuno e così è stata accolta da Fabiana che l'ha curata e salvata perchè tutti hanno bisogno d'amore e tutti possono dare qualcosa.
Quasi è un cane! Non è una iena, non è un cinghiale, non è un diavolo della Tasmania.
"Sembra quasi... pare quasi..." erano i commenti di chi la vedeva e così Fabiana, che è una tosta, ma tosta proprio, ha deciso di chiamarla Quasi.
Ha subito ogni tipo di angheria a causa del suo aspetto fisico e quando l'ha trovata Fabiana ha dovuto lavorare molto per aiutarla a fidarsi di nuovo degli umani.
Ma con tanto amore e dedizione ora Quasi è diventata un cane felice, dolcissima e bella!
Grazie Victor, grazie Quasi e grazie alla dolcezza di Bethania e alla forza di Fabiana.
Conoscervi è stato un privilegio!

"Te ne stai seduto in cerca di un sorriso.
Hai sviluppato più sensi e ti sei aggrappato a loro.
Noi, invece, dobbiamo vergognarci per aver smesso di fidarci.
Ci puoi insegnare quello che noi non riusciamo più a vedere.
Sono io a sentirmi inferiore dinnanzi alla tua luce."
Smilla Fjordafsolgudendottir.